NOTIZIE STORICHE SULLA VENDITA, ACQUISTO E DONAZIONE DEI TITOLI NOBILIARI La filosofia del nostro studio favorisce una ricerca monografica proveniente da fonti primarie e certe, con l’effettuazione di un albero genealogico rilevato dai nostri ricercatori nei luoghi d’origine della famiglia, seguendo a ritroso tutte le migrazioni della stessa, sia nella via canonica che archivistica, riproducendo le copie, che vengono autenticate, dei vari documenti, sino ad arrivare ai giorni nostri. Ovviamente tale procedura non è nuova dei giorni nostri sono vari i casi di riconoscimento di un titolo nobiliare accertato in seguito alla ricostruzione dell’albero genealogico. Cito alcuni esempi tratti dall’opera “Enciclopedia Storico-Nobiliare Italiana”: La famiglia  Scanderbech con albero genealogico del 5 febbraio 1910, autenticato dal Regio Commissario presso la Consulta  Araldica e vistato dal Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Interno, è stata riconosciuta quale diretta discendente di Giorgio Castriota detto Scanderbeg, Principe di Albania (Vol. VI pag. 181 e 182). Il Conte Cavaliere Pacifico Duranti dimorò in Ancona e provò la sua discendenza da Guglielmo e fece registrare tale prova il 26 luglio 1822 in Urbino negli atti pubblici (Vol. VIII pag. 50 e 51). Il Belgrano, nelle Tavole genealogiche ricavate dalla trascrizione ed annotazione dei Registri della Curia di Genova, assegna ai Serra la identica origine degli Spinola e dei de Mari appartenenti al ramo di Carmandino e l’attacco arriva così a Ido Visconti anno 930 ed è notorio che quei lavori hanno valore ed autorità documentale incontrovertibile (Vol. VI pag. 274). La famiglia Sessa con nobiltà  attestata in modo sicuro dagli atti notarili, nei quali non solo si attribuiscono secondo i tempi le qualifiche di dominus, nobilis, spectabilis, magni ficus dominus e don, ma si parla esplicitamente dei  nobiles parentelae de Sessa. Riconosciuta con D.M. del 20 aprile 1902 ed iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e nell’Elenco Ufficiale Nob. It. col titolo di Nobile (Vol. VI pag 297). Paolo Antonio Serponti, Marchese di Mirasole, riconosceva con atto pubblico del 17 aprile 1736 al Cavalier Carlo, di Filippo Serponti, di Pescia, la comune origine familiare (Vol. VI pag 265). Ai fini dell’art. 14 del regolamento per le controversie araldico nobiliari amministrate dalla Corte Superiore di Giustizia Arbitrale è riconosciuto in via incidentale il possesso dei titoli  non devoluti alla Corona e posseduti dall’ultimo investito prima del 10 agosto 1812, come già avveniva in passato. Cito alcuni esempi tratti dall’opera “Enciclopedia Storico Nobiliare Italiana”: Francesco d’Ayala nato il 2 aprile 1846, avendo dimostrato alla Consulta Araldcia del Regno d’ Italia il suo diritto anche al predicato di Valva, venne con D.M. 8 giugno 1896, riconosciuto nel legittimo possesso del titolo di Marchese di Valva ed iscritto nel Libro d’Oro della Nob. Italiana (Vol. VII pag. 249). Per la famiglia Buttafava a tutt’oggi non è ancora stato provato il legittimo possesso del titolo comitale in Borgo Val di Taro (Vol.VII pag. 451). Carlo Saraceno nato a Torino il 7 settembre 1857 fu riconosciuto per antico possesso nel titolo di Conte D.M. 7 luglio 1894 e con tale titolo venne iscritto nel Libro d’Oro della Nob. Italiana e nell’ El. Uff. della Nob. Italiana (Vol. VI pag. 129 e 130). La famiglia Sarzana  è iscritta nel Libro d’Oro della Nob. Italiana e nell’ El. Uff. della Nob. Italiana col titolo di Nobile per antico possesso riconoscimento D.M. 5 maggio 1927 (Vol. VI pag. 149). La consulta araldica con D.M. 3 maggio 1910 riconobbe lo stemma Baldassini, e fin dal 1905 dichiarò spettarle il titolo di Marchese per antichissimo possesso  (Vol. I pag 483); Con Sovrana Risoluzione 12 agosto 1857, fu concesso a tutti i maschi della famiglia di assumere il titolo di Conte, in base all’uso e alla tradizione, secondo la quale questa famiglia sarebbe stata decorata del titolo di Conte del Sacro Romano Impero e con tale titolo furono iscritti nel Libro d’Oro della Nob. Italiana e nell’ El. Uff. della Nob. Italiana (Vol. VIII pag. 89); Con D.M. 16 maggio 1906 venne riconosciuta la nobiltà per lungo e pacifico uso ad Antonio Azzini nato a Verona 21 dicembre 1859 (Vol. I pag 458); Il cognome Capra, aggiunto per eredità, è riconosciuto per lungo uso. Ai sensi del regolamento araldico avendo provato il possesso quieto e pacifico del titolo comitale questo venne riconosciuto col D.M. 30 agosto 1897  (Vol. I pag 501); Il cognome Corte, aggiunto nel 1659 per eredità, è riconosciuto per lungo uso sono iscritti nell’ El. Uff. col titolo di Nobile (Vol. I pag 510); I Battaglini figurano già nell’ El. Nobiliario Italiano come Patrizi di Rimini, ma ora essi stanno rivendicando il titolo di Conte sul cognome per comprovato lungo uso (Vol. I pag 531); La famiglia di Baviera ha il titolo di Marchese per antichissimo uso (Vol. I pag 535). AUTENTICA DELL’ALBERO GENEALOGICO SUL POSSESSO E USO PUBBLICO E PACIFICO La storia ha lasciato attraverso numerosi documenti e pubblicazioni esempi di vendite, donazioni, alienazioni e refute  di titoli nobiliari ne cito alcuni tratti dall’opera “Enciclopedia Storico-Nobiliare Italiana”: Francesco Balsamo acquistò il titolo di Principe di Bellacera e il 10 aprile 1759 ottenne di aver commutato detto titolo in quello di Castellacci. Con R.D.M. del 21 gennaio 1879 la Sig.ra Anna Balsamo e Avarna ottenne riconoscimento del titolo di Principe di Castellacci e fu iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano. (Vol. I pag. 491); Giovan Battista Cafaro refutò il titolo di Conte di Loreto al Sig. Gennaro Balsamo che con R.D. 11 giugno 1893 ne fu investito, in conseguenza di ciò trovasi iscritto El. Uff. e nel Libro d’Oro Nob. It. col titolo suddetto, Gennaro di Francesco Balsamo (Vol. I pag. 491); Giovanni Settimo acquistò il titolo di Principe di Belmontino, che  il 20 marzo 1752 ottenne di  poter commutare in quello di Principe di Cammaratini. Un Traiano Settimo e Averna,  con lettere patrimoniali del 7 giugno 1763, ottenne la commutazione del titolo di Principe di Cammaratini in quello di Principe di Fiitalia e ne fu investito il 16 agosto 1763, la famglia fu iscritta nel Libro d’Oro Nob. It. e nell’ El. Uff. Nob. Italiano col suddetto titolo (Vol. VI pag. 301 e 302); Bernardina Finocchiaro portò il titolo di San Gregorio in casa Oneto ma che poscia vendette a Giuseppe Inveges (Vol. III pag. 184); Luigi Picenardi, Marchese di Calvatone, unitamente al fratello Giuseppe, ultimi della loro famiglia, e prozii di Girolamo ed Antonio con istrumento di donazione chiamarono questi ultimi a raccogliere i beni, le ragioni, i diritti e il nome dei Picenardi. Con questo pervenne in casa Sommi il titolo di Marchese sul feudo di Calvatone e pertinenze (Vol. VI pag. 367); Domenico Giarrizzo acquistò da Domenico Tedeschi e Gallego il titolo di Marchese, del quale ottenne investitura a 12 febbraio 1785 (vol. III pag. 442). Di seguito cito alcuni esempi tratti da dall’opera di Avv. Francesco San Martino de Spucches, “La storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia” vol. VII, quadro numero 874, pagg. 3-6: Bartolomeo Tagliavia vendette il titolo a Pietro de Luna Duca di Bivona il 28 giugno 1549 notaio luigi maso in palermo, il quale ne fu investito il dodici dicembre 1557 (investiture, anni 1557-1570, carta 509); Aloisia Luna Vega Sclafani Peralta vendette il titolo a Giovanni Forti Natoli che se ne investì il 9 agosto 1600 (protonotario, anno 1500, c. 82); Luigi Moncada Aragona Lacerda acquistò il titolo da Giovanni Forti Natoli (Cancelleria, Investiture, anno 1531-1532, c. 239v)  che vendette però a Giacomo Rubbino (sette settembre 1628, notaio Quaranta), il quale fece investire la moglie Lucrezia. Giuseppe Letizia patrizio di Capua acquistò il titolo di Marchese di Mompilieri del quale ottenne investitura a 10 gennaio 1766. (Vol. IV pag. 106); Il dottor Mario Giuseppe Fazio acquistò il titolo di barone di Nasari del quale ottenne investitura a 27 aprile 1812. (Vol. III pag. 104); Ercole Branciforte, Principe di Scordia, donò durante sua vita a Giuseppe Nicolò Baiardi ed al figlio dottore in Legge Giovanni il titolo di Barone di Motta Camastra, agli atti Notaio Nicolò Barone di Palermo il 20 aprile 1753, (De Spucches, Vol. 7, quadro 886 pag. 34). Gli esempi possono continuare. SENTENZE DI ACCERTAMENTO DELLO STATUS NOBILIARE La famiglia Brancia di Apricena è una diramazione della famiglia Brancia di Mirabella come stabilito da numerosi pronunziati di giudicature nobiliari. (Vol. II pag. 175); Giuseppe Barel (1823-1893) fu dichiarato succeduto ai titoli di Casa de Regard, Marchese di Lucinge e di Signore di Pellionex per Sentenza Camerale del 29 gennaio 1853. (Vol. I pag. 513).